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Psicanalisi Della Depressione (italian)

Essay by   •  July 9, 2011  •  Essay  •  4,354 Words (18 Pages)  •  1,301 Views

Essay Preview: Psicanalisi Della Depressione (italian)

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Interventi vari sull'ansia e la depressione

Sì generalmente l'intervento da parte degli psichiatri è basato sugli psicofarmaci, l'ultimo ritrovato è il Prozac che viene somministrato appunto dagli psichiatri. Ora come sempre avviene con gli psicofarmaci,

questi hanno un effetto generalmente immediato di alleggerimento della sensazione che avverte il

depresso, perché chimicamente è possibile intervenire e alterare delle condizioni fisiologiche, come è

noto da sempre, anche una sbronza toglie la depressione, poi naturalmente passata la sbronza ritorna, la

stessa cosa avviene con il Prozac. Ma la questione delle depressione è molto antica, già Aristotele ne

parla come malinconia. Nel Medioevo la chiamavano accidia, e la definivano appunto come la

sensazione di assenza di volontà nel fare qualunque cosa, e di disinteresse generale, così è definita

generalmente e tutto sommato la stessa depressione a tutt'oggi non viene definita in modi molto

differenti né d'altra parte il depresso dice cose molto diverse. Così come abbiamo fatto in altre occasioni

possiamo considerare in prima istanza le manifestazioni più evidenti, come direbbe il mio amico Roberto

i luoghi comuni della depressione, che inizia per lo più con una delusione, di qualunque tipo sia,

qualunque cosa può deludere, per esempio la ricerca di un senso delle cose, della vita, la ricerca del

bene, anche la ricerca di dio, infatti accusavano talvolta i monaci di accidia proprio perché l'eccessiva

ricerca di dio li avrebbe condotti a cominciare a disperare di trovarlo, in alcuni casi anche una delusione

amore può condurre alla depressione: Letteralmente deludere lo sapete benissimo è togliere il gioco, e

quando uno gioca e gli si leva il gioco si inquieta, come accade per esempio con un bambino: sta

giocando, gli impedite di giocare e lui se ne ha a male. Supponete che io abbia in animo di cercare e di

trovare il senso della mia esistenza, ora ci sono taluni che si pongono questo obiettivo per un motivo o

per l'altro perché giunti ad un certo punto del loro cammino si domandano: ma io cosa sto a fare? Che

senso ha tutto quello che faccio? (per esempio) e allora si adoperano per trovare un senso, con la

convinzione almeno iniziale di trovarlo. Supponete che questo senso non si trovi, cosa accade? Accade

che tutto ciò che era stato fatto in precedenza, magari con interesse ed entusiasmo, diventa

assolutamente inutile e marginale perché è come se ci si fosse accorti di avere fatto per anni una serie di

cose, credendole notevoli e degne. mentre invece non hanno nessuna importanza dal momento che ho

trovato che non c'è nessun senso nelle cose. Questa scoperta produce in alcuni casi un impatto non

indifferente, questa domanda "ma allora che cosa ho fatto fino ad ora? Che senso ha la mia esistenza?

Cosa esisto a fare?" da qui taluni decidono anche di togliersi la vita, tali altri no. Però continuano a

lamentare l'assenza di qualche cosa che ritenevano necessario e allora a questo punto se nulla ha più

valore, nulla ha più un senso, a che scopo fare una qualunque cosa? Nulla ha più nessun interesse, è

esattamente questo che il depresso va dicendo, e cioè la totale perdita di interesse per qualunque cosa,

dice che vorrebbe che qualcosa lo interessasse, che gli piacerebbe trovare un buon motivo per esistere,

per fare delle cose, ma non ne trova nessuno adeguato a questo scopo, così come dicevamo tempo fa

dell'angoscia che sempre accompagna la depressione, la sensazione è generalmente disperante, il

depresso nel momento in cui avverte questa sensazione è assolutamente disperato, orfano di un senso,

potremmo dire. Ci sono dei momenti in cui qualche cosa lo trascina e all'improvviso la depressione

scompare e allora diventa straordinariamente felice come se si fosse sbarazzato di un peso enorme e

allora passa a una sorta di grande euforia. Cambiamento di umore abbastanza frequente nel depresso,

ciclotimia la chiamano gli psichiatri, potremmo dire che è volubile. Cambia rapidamente umore perché se

pensa alla catastrofe che ormai è avvenuta, catastrofe per cui nulla ha più interesse, nulla ha più un senso

e quindi nulla è più da fare, allora evidentemente si abbatte, appena se ne dimentica ecco che

immediatamente si sente subito meglio e ne gioisce, però per molti questa condizione è molto pesante,

molto penosa e come diceva giustamente la signora è difficile soprattutto per le persone che hanno per

qualunque motivo da convivere con il depresso, la cosa può essere pesante, perché il depresso ha a

modo suo delle buone argomentazioni a suo favore, buone ma non ottime. Il depresso, considerando la

totale e ineluttabile e irreversibile assenza di senso delle cose, dell'universo e quindi anche di sé,

difficilmente anzi direi quasi mai si pone un'altra domanda che tuttavia legittimamente potrebbe porsi e

cioè perché le cose, l'universo, lui stesso e quant'altro mai dovrebbero avere un senso? Domanda

legittima, intanto, la seconda, visto che è questo che lo affligge, l'assenza di senso, e quindi di

conseguenza la totale assenza

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